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Le novità del Codice della Crisi d’Impresa: ecco cosa devono sapere gli imprenditori

Un’analisi delle ultime modifiche al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza con focus su prevenzione e gestione dei rischi.

Negli ultimi anni, il panorama normativo italiano ha subito importanti aggiornamenti per aiutare le imprese a prevenire e gestire in modo più efficace le situazioni di difficoltà finanziaria. Tra queste, spiccano le modifiche al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, entrate in vigore con l’obiettivo di rafforzare la capacità degli imprenditori di affrontare i rischi legati alla propria attività.

Ecco un’analisi delle principali novità e di come possono impattare la gestione aziendale.

1.  La prevenzione al centro: i nuovi strumenti di allerta

Una delle modifiche più rilevanti riguarda l’introduzione di strumenti di allerta volti a intercettare i segnali di crisi prima che la situazione diventi irrecuperabile.

In pratica, sono stati istituiti indicatori specifici che gli imprenditori devono monitorare regolarmente, come:

  • il rapporto tra attività correnti e passività correnti;
  • la sostenibilità degli oneri finanziari a breve;
  • eventuali ritardi nei pagamenti verso fornitori o enti pubblici.

L’obiettivo è semplice: evitare che problemi di liquidità o squilibri patrimoniali si trasformino in crisi conclamate.

 Cosa fare?

Nel precedente articolo pubblicato su questo sito si possono trovare delle linee guida da seguire per gestire efficacemente il flusso di cassa e quindi mantenere un buon livello di liquidità aziendale. Se i parametri però segnalano difficoltà, l’imprenditore è tenuto a coinvolgere tempestivamente organi come l’OCRI (Organismo di Composizione della Crisi d’Impresa). Questo passaggio non è un “fallimento”, ma un’opportunità per avviare percorsi di risanamento guidati.

2. Nuovi obblighi per gli organi di controllo aziendale

Le recenti modifiche hanno rafforzato il ruolo del collegio sindacale e degli altri organi di controllo interno. Questi non possono più limitarsi a una supervisione generica, ma devono vigilare attivamente sui segnali di crisi e agire con maggiore tempestività.

Implicazioni pratiche:

  • Le imprese devono dotarsi di sistemi di controllo di gestione adeguati per monitorare flussi finanziari e indici di performance.
  • È fondamentale collaborare con il proprio commercialista per garantire una compliance totale agli obblighi normativi.

 3. Gli accordi di ristrutturazione: più flessibilità per il risanamento

Un’altra innovazione riguarda la maggiore flessibilità concessa negli accordi di ristrutturazione del debito. Questo strumento consente di negoziare con i creditori soluzioni personalizzate per superare la crisi, evitando procedure più invasive come il fallimento.

Ora, gli accordi possono coinvolgere anche solo una parte dei creditori, aumentando le possibilità di trovare un compromesso vantaggioso per tutte le parti coinvolte.

 4. Focus su formazione e cultura aziendale

Non si tratta solo di numeri: la prevenzione della crisi d’impresa passa anche attraverso una corretta cultura gestionale. Gli imprenditori devono essere consapevoli dei rischi e investire in:

  • Formazione del personale su temi finanziari e di gestione aziendale.
  • Consulenza specializzata, affidandosi a professionisti capaci di analizzare i dati aziendali e fornire soluzioni mirate.

 

Conclusione: cogliere l’opportunità del cambiamento

Le modifiche al Codice della Crisi d’Impresa non devono essere percepite come un semplice aggravio burocratico, ma come un’opportunità per migliorare la solidità e la resilienza delle imprese.

Il consiglio? Non aspettare che sia troppo tardi. Prevenire è meglio che curare, e avere accanto un commercialista di fiducia può fare la differenza nel gestire rischi e garantire continuità aziendale.

Se hai domande o vuoi approfondire come applicare queste novità alla tua realtà imprenditoriale, contattaci: insieme possiamo costruire una strategia su misura per proteggere il tuo business.

Dott. Francesco Schimmenti

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