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Come crescere (e risparmiare imposte) grazie alle spese di rappresentanza

Ogni imprenditore o libero professionista sa bene quanto sia importante lavorare per sviluppare la crescita aziendale. Esistono dei costi che, sostenuti per migliorare l’immagine della propria attività, permettono anche un notevole risparmio fiscale e quindi hanno una duplice convenienza.

L’imprenditore moderno infatti, così come il professionista evoluto, ha chiara l’importanza di lavorare a 360 gradi per espandere il proprio business e non si limita solamente all’attività ordinaria. Infatti investe anche in tutte quelle attività “collaterali” che, se pur non direttamente collegate alla produzione di beni o servizi, gli permettono indirettamente un’espansione ed una crescita della propria marginalità.

In questo ambito si inseriscono le spese di rappresentanza, tutti quei costi cioè che possono essere rivolti a clienti o collaboratori, con l’obiettivo di migliorare le relazioni pubbliche o semplicemente per motivi di promozione.

E’ la legge che individua specifici criteri di qualificazione e limiti quantitativi di deducibilità fiscale delle stesse spese, permettendo dunque di inquadrarli ed ottenere un bel risparmio fiscale.

Ma andiamo con ordine, ti spiegherò nello specifico cosa sono e come puoi utilizzarli a tuo vantaggio.

Cosa sono le spese di rappresentanza?

Secondo la Legge, le spese di rappresentanza sono tutte quelle spese sostenute “per erogazioni a titolo gratuito di beni e servizi, effettuate con finalità promozionali o di pubbliche relazioni e il cui sostenimento risponda a criteri di ragionevolezza in funzione dell’obiettivo di generare, anche potenzialmente, benefici economici per l’impresa ovvero sia coerente con pratiche commerciali di settore”.

Utilizzando un linguaggio più semplice, parliamo di tutte le spese che un imprenditore o un professionista sostiene nell’ambito della propria attività per farsi conoscere, creare rapporti con nuovi contatti e rafforzare quelli già esistenti all’interno e all’esterno del territorio in cui si opera. Come anticipato sopra, sono quei costi che l’azienda “investe” per promuovere e rafforzare l’immagine della propria attività con vecchi e potenziali clienti.

Non solo clienti, ma anche collaboratori: in questo modo si crea anche un rapporto virtuoso di crescita e di scambio in abbondanza, attirando talenti e campioni sul mercato del lavoro.

Quali sono i requisiti affinchè una spesa si consideri di rappresentanza?

Esistono dei criteri affinchè una spesa possa essere considerata di rappresentanza:

  • Creazione di un beneficio economico per l’azienda (non importa si concretizzi e sia reale, purchè possa però esserci potenzialmente);
  • La gratuità del bene/servizio in capo al percettore o l’assenza di una controprestazione in capo ai destinatari che fruiscono dei beni/servizi;
  • La finalità promozionale dell’azienda.

Sono tre criteri molto ampi e discrezionali ed allo stesso tempo precisi, a cui attenersi.

Vediamo nello specifico qualche esempio di spesa di rappresentanza:

  • le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione di ricorrenze aziendali o di festività nazionali o religiose;
  • le spese per viaggi turistici in occasione dei quali siano programmate e in concreto svolte significative attività promozionali dei beni o dei servizi la cui produzione o il cui scambio costituisce oggetto dell’attività caratteristica dell’impresa;
  • le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione dell’inaugurazione di nuove sedi, uffici o stabilimenti dell’impresa;
  • le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione di mostre, fiere, ed eventi simili in cui sono esposti i beni e i servizi prodotti dall’impresa;
  • ogni altra spesa per beni e servizi distribuiti o erogati gratuitamente, inclusi i contributi erogati gratuitamente per convegni, seminari e manifestazioni simili il cui sostenimento risponda ai criteri di inerenza indicati nel comma.

La Legge inoltre offre un’altra indicazione che può tornare utile agli imprenditori: anche se una spesa non è ragionevole in termini di costo/beneficio, ma risulta coerente con le pratiche del settore, essa può comunque essere considerata spesa di rappresentanza.

Come posso dedurre le spese di rappresentanza?

Le spese di rappresentanza si deducono nel periodo di imposta in cui vengono sostenute, nel rispetto dei limiti di legge. Vediamo insieme quali sono.

Premesso che per gli imprenditori sono sempre deducibili al 100% le spese il cui costo unitario è inferiore ai 50 euro, per tutte le altre spese di rappresentanza sono deducibili  quelle che rientrano complessivamente nei seguenti limiti di importo:

Ricavi annuali Limite deducibilità annuale
Da 0 a 10 milioni di euro 1,5% dei ricavi
Per la parte eccedente, tra i 10 mln e 50 milioni 0,6% dei ricavi
Per la parte eccedente, oltre 50 milioni 0,4% dei ricavi

Facciamo alcuni esempi:

Per un imprenditore con ricavi fatturati annui pari a 3.000.000 euro, il limite dei costi di rappresentanza che possono essere dedotti è di 45.000 euro.

Per un imprenditore che ha 11.000.000 euro, tale limite sale a 156.000 euro.

E così via.

Ed il vantaggio fiscale quanto è?

Ipotizzando per semplicità una tassazione del 29% (Ires 24% + Irap 5%), il risparmio fiscale è di 13.050 euro ogni anno nel primo caso e di 45.240 euro ogni anno nel secondo caso. Da notare che riducendo anche il reddito della società, potrebbe facilmente ridursi anche il carico INPS dei soci che nella società vi lavorano: in questo caso otterremmo anche un ulteriore risparmio del 24% in termini di contributi previdenziali, che va a sommarsi ai precedenti risparmi di imposte.

Se gestite correttamente in ogni esercizio, queste spese aiutano veramente a creare un bel gruzzoletto anno dopo anno!

Esistono ulteriori vantaggi per le start up?

Sì, per le start up e le imprese di nuova costituzione che sostengono spese di rappresentanza per sviluppare ed espandere l’attività ma non hanno ancora ricavi perchè stanno sviluppando il proprio business (e dunque non pagano imposte, perdendo di fatto il vantaggio), la Legge prevede una particolare disciplina per cui la deducibilità può essere rinviata al periodo di imposta in cui vengono conseguiti i primi ricavi.

Anche i professionisti possono dedurre le spese di rappresentanza?

I professionisti evoluti hanno ben chiaro quanto sia importante investire sulla propria attività, sulle relazioni umane e sulle alleanze. Per questo motivo anche a loro la Legge consente di dedurre tali costi. Il calcolo del limite è più semplice in questo caso, limitandosi all’1% dei compensi percepiti nel periodo di imposta.

Conclusioni

Le spese di rappresentanza rappresentano un modo innovativo di investire e sostenere dei costi all’interno di un’attività economica. Abbiamo visto come queste spese permettano di fatto una crescita del proprio business e contemporaneamente offrano un importante risparmio in termini di imposte.

Diventa fondamentale considerare tutti gli aspetti legali e fiscali, così da sfruttare al massimo la normativa assieme a un professionista esperto fiscale, ed ottenere tutti i vantaggi (ed i risparmi) che questo strumento offre.

Dott.Francesco Schimmenti

Studio Commerciale Schimmenti

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